Nell’ambito delle demenze, in territorio calabrese, le cose iniziano a cambiare in seguito alla delibera dell’assessore alle Politiche sociali Tilde Minasi. “L’assenza di ogni progetto istituzionale per le persone con demenze e per le loro famiglie, ha significato, fino ad oggi, la perdita di ogni possibile futuro. Dopo la volontà espressa dalla Regione Calabria, adesso è tempo che i comuni facciano la loro parte”. Afferma Elena Sodano, presidente dell’associazione Ra.Gi. e ideatrice della CasaPaese per demenze di Cicala.
Demenze, la delibera dell’assessore alle Politiche sociali Tilde Minasi
La situazione riguardante le demenze sembra cambiare, grazie alla delibera dell’assessore Minasi. La volontà sembrerebbe quella di voler affrontare la malattia di demenza sul territorio e nel territorio, con azioni di più ampio respiro. Azioni che non riguarderebbero solo i Caffè Alzheimer, ma anche l’attivazione di Centri diurni specifici per persone con demenza. Inoltre, sarebbe previsto anche il supporto temporaneo a domicilio per la famiglia, da parte di personale formato.
Per la prima volta in Calabria si pensa di risolvere un problema in cui c’è un sommerso che fa paura. Una situazione dove i bisogni sono tanti, ma le risposte troppo poche per un’ampia fetta di calabresi che oscilla tra le 38 e le 41 mila persone. Essi continuano a vivere, nella solitudine delle mura domestiche, una patologia che ha bisogno di una diversa visione metodologica, oltre ad azioni assistenziali, sanitarie e farmacologiche.
Le dichiarazioni di Elena Sodano, presidente associazione Ra.Gi.
“Basta entusiasmarsi per quei fuochi d’artificio che colorano per pochi secondi un cielo che poi…sempre buio ritorna. Occorre volontà, azione, programmazione e progettazione. Perché il punto importante è un altro ed è giusto essere chiari. Per fare in modo che la delibera varata dall’assessore Minasi non resti lettera morta, occorre che tutti i sindaci dei comuni capofila di Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia diano vita sui loro territori a questi servizi indispensabili per i loro cittadini con malattie di Alzheimer o altre forme di demenze.
Senza deragliamenti o indugi. Se l’assessorato regionale alle Politiche sociali ha finalmente edificato una dimensione istituzionale e di vita diversa per le persone con demenza e le loro famiglie, per non rendere vana questa grande occasione, occorre una forte volontà da parte dei Comuni e dei sindaci“.
Comunità accoglienti e ospitanti, protezione e socialità anche per i malati di demenza
Ci spiega ancora Elena Sodano che serve fermezza. E’ necessaria per restituire alle persone con demenza quel ruolo sociale, che non viene annullato dalla progressione della malattia, come erratamente si crede. Piuttosto da una falsa profezia, secondo la quale le persone con una demenza, dopo la diagnosi, sono condannate a vivere nel loro tempo vuoto. Si è dimostrato che l’impossibile può essere possibile, anche senza soldi pubblici.
Inoltre, che l’ambito terapeutico biopsicosociale è il miglior involucro protettivo in cui le persone con demenza possano sentirsi normali. Elena Sodano e l’intera associazione Ra.Gi. si rendono disponibili per stare vicino a quei Comuni che volessero mettere in piedi vere comunità accoglienti e ospitanti. Comunità organizzate in modo da consentire il movimento di dinamiche interpersonali fra i gruppi che le costituiscono e che presentino le caratteristiche di qualsiasi altra comunità fatta di uomini liberi.
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