Parte un nuovo progetto gratuito dell’associazione RaGi, per le demenze denominato “Il filo invisibile”. Elemento cardine sono dei piccoli gruppi di auto-mutuo-aiuto per incontri di supporto psicologico ed emotivo on-line al fine di contrastare l’isolamento delle famiglie.
In un anno in cui siamo stati costretti nelle nostre abitazioni per la pandemia da Covid, la responsabilità dei caregiver dei pazienti con demenza si è sicuramente raddoppiata. Questo progetto vuole essere un modo per alleggerire il carico di tutte le famiglie.
Come funziona il progetto “Il filo invisibile”
Continuano dunque a ritmo serrato le iniziative dell’associazione RaGi che opera nel sociale ormai da tanti anni. Essa mette a disposizione gratuitamente questi servizi per famiglie e caregiver che si prendono cura di persone con malattia di Alzheimer o altre forme di demenze. Nasce quindi “Il filo invisibile”, con piccoli gruppi di auto-mutuo-aiuto e incontri di supporto psicologico ed emotivo. L’obiettivo è quello di poter raccontare ed essere ascoltati, trovare soluzioni, stringere amicizie, ma soprattutto uscire dall’isolamento.
Gli incontri saranno curarti dalla psicologa dell’età senile Erika Colombo. Le iscrizioni sono aperte dall’1 al 20 febbraio. Il primo passo che le famiglie dovranno fare sarà contattare il numero +39-3421207053. Effettueranno poi un primo colloquio con la dott.ssa Colombo. Dopo di che saranno formati tanti piccoli gruppi di auto-mutuo-aiuto che si incontreranno on-line sulla piattaforma Zoom.
Le dichiarazione della dott.ssa Erika Colombo in merito al progetto
“Si tratta di uno spazio pensato appositamente per tutte le famiglie che avranno la possibilità di incontrare altri caregiver. E condividere con loro e tra di loro le fatiche nascoste dietro al lavoro di cura. Uno spazio in cui si potranno incontrare persone che vedranno nelle stesse parole, un aiuto, un conforto. Tutti si scopriranno a dover vivere e condividere le stesse esperienze.
Sarà un’occasione per incontrare persone e famiglie, che si sentono sole, isolate nel proprio dolore. E narrare questo grande dolore, permetterà di alleggerirne, almeno in parte, il carico. Questa sarà anche un’occasione per stringere nuovi legami, condividere strategie, trovare insieme soluzioni pratiche. I gruppi saranno piccoli, in modo che ciascuno possa sentirsi a proprio agio e non in mezzo ad una platea“.
Le dichiarazioni della presidente dell’associazione RaGi Elena Sodano
“Siamo soddisfatti del progetto “Il filo invisibile” che ci dà la possibilità di raggiungere quante più famiglie possibili con uno strumento come la piattaforma Zoom. Nonostante la sua virtualità, riesce a creare un’atmosfera protetta e confortevole. La dott.ssa Colombo ha già ricevuto telefonate da familiari sparsi in tutta Italia e questo ci consente di organizzare i primi gruppi di auto mutuo aiuto.
Una metodologia lodevole per contrastare il grande dolore che la cura di una persona con demenza comporta. La serenità spesso è avere a disposizione un filo a cui appendere il dolore della propria anima“. Prendersi cura di persone affette da demenza non è semplice. Viene smarrito il senso d’identità e questo destabilizza tutta la famiglia. Attraverso “Il filo invisibile” tutte queste famiglie scopriranno di non essere mai state sole.