Il Generale Stocco, uno dei Mille - itCatanzaro

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MONUMENTI PIAZZE

Il Generale Stocco, uno dei Mille

Uno dei più imponenti monumenti della Città di Catanzaro è quello dedicato al generale Stocco e collocato, su un massiccio piedistallo dorico, nell’omonima piazza. L’opera, in marmo di Carrara, fu realizzata dallo scultore di Polistena (RC) Francesco Scerbo. Per quattro anni, il valente scultore lavorò su un blocco di marmo del peso di 150 quintali. A lavoro finito l’opera, dell’altezza di poco più di tre metri e del peso di 56 quintali, ritraeva alle perfezione il generale garibaldino ritratto senza alcuna foto ma sul semplice ricordo dell’unico incontro risalente al 1861, a Napoli. L’opera fu inaugurata a Catanzaro il 20 Settembre del 1898 e successivamente restaurata in occasione dei festeggiamenti del 150° dell’Unità d’italia.

Ivan Fontana Stocco 3

La Statua del generale

Il protagonista della storia dei Mille è scolpito in attitudine fiera, nell’atto di lacerare un giornale che pubblica la notizia della rivoluzione siciliana, domata dalla potenza Regia. Rivoluzione sulla quale poggiava tutto il piano strategico di Francesco Stocco. La statua che si trovava di fronte al  Cavatore fu trasferita nel 1939 nella piazzetta dell’Ospedale Militare. Tale trasferimento non fu molto gradito ai Catanzaresi. I portavoce del malcontento per la penalizzazione del generale garibaldino, destinato in un angolo buio e appartato, furono i poeti Ferruccio Fregola, con il noto sonetto “Parra Stoccu” (sotto riportata) e Vittorio Butera, che scrisse:

– Ràgame dduve vue; nu’ mmi nne ‘mporta!
sugnu ‘na cosa morta!
Ma se debbo passare all’Osservanza
questo resto di morte che mi avanza,
te circu, ‘na grazzia, ‘nu piacire sulu;
O anima cortese: Vòtame ccu ru culu
a ra casa Pugliese

Vignetta Stocco 1
Vignetta dell’epoca

Chi era il generale Stocco?

Il generale Stocco, nato ad Adami nel 1806, venne tenuto a battesimo da Francesco II a Messina. Ma perché proprio nella Città dello stretto? Quando il futuro re delle Due Sicilie transitò nella nostra Regione diretto in Sicilia  fu ospitato a Decollatura dagli Stocco. Il futuro generale garibaldino sarebbe dovuto nascere proprio in quei giorni. Francesco II espresse la volontà di battezzare il nascituro ma sino al momento della sua partenza l’atteso parto non avvenne. Il futuro re non era ancora giunto a Nicastro che il piccolo venne alla luce. La puerpera fu messa su un cavallo con il piccolo e iniziò così la corsa per raggiungere Francesco II. Quando la famiglia Stocco giunse a Nicastro il futuro re era già partito per Pizzo. L’inseguimento continuò sino a Messina dove finalmente si tenne il battesimo al nascituro al quale venne dato il nome dell’importante compare.

5e89f32a90f3b 5e89f32a90f40il Generale Stocco Nella Sua Collocazione Originale Cartolina Viaggiata Primi Anni Del 900. Archivio Rubino.jpg
Il generale Stocco nella sua collocazione originale, cartolina viaggiata primi anni del ‘900. Archivio S. Rubino

Da giovanissimo Francesco Stocco fu accolto a Napoli dalla corte borbonica dove fu sempre ben visto da tutti. Ovviamente sino a quando non dichiarò la sua ostilità al regime. Per tali suoi ideali finì in prigione e successivamente lasciato andare per quell’innata simpatia che si era guadagnato alla corte di Napoli. Tornato in Calabria ebbe un importante ruolo nell’insurrezione calabrese sino a diventare, nel 1860, uno dei Mille di Garibaldi. Il prode generale, nato a Decollatura nel  1806, morì a  Nicastro nel 1880.

PARRA STOCCU di Ferruccio Fregola

Catanzarisi brutti e vavaluni

genti senza cuscenza scelerati,

avistuvu ‘u curaggiu vestasuni,

‘a lu spitala ma mi carriati,

‘a lu spitala ,ddha, duva ‘i sordati,

comu nu povareddu a menzu ‘i strati.

Sulu dda menzu, quandu si fa notta,

mi sentu ‘u cora meu scattariara

ma, onzammai, succeda ncuna botta,

eu pari pari vi fazzu tremara,

basta ma tiru sulu a trillundana,

ppemma succeda vì na muriana.

Tornatimi perciò duva era primu,

ca dda, è ‘u postu chi mi cunsignaru,

si guardu a fimmina, chissu poi vidimu,

cu su si mali lingui a Catanzaru,

chi dicianu, ca eu nottati sani

nci facia signi, mi stricava i mani.

Chiamati i figghi, ca iddi ‘u ponnu dira,

si cumpidenza mai nciaju datu,

non sulu chissu, ma poi sa de sapira

ca ‘u reroggiu meu l’aju fermatu,

perciò, chiddu cchi non fici ngiuventù

no fici tandu; on pozzu fara cchiù.

E poi, pecchì non faciti n’atra cosa?

A fimmina facitica cacciara,

o almenu a mintiti e n’atra posa,

ma ‘u postu meu dassatimillu stara,

com’è girata, non pò guardara a mia.

Dunca, comu vi vinna sa mania?

Chissu è peccato, chissu non è giustu

doppu tant’anni ppemma mi cacciati,

comu vi vinna su barbaru gustu?

Eu dicu megghiu ppemma mi tornati,

a foreporti, mpaccia ‘u monumentu,

duva tant’anni ntisi troni e ventu

Il Generale Stocco, uno dei Mille ultima modifica: 2020-04-06T18:40:00+02:00 da Alessio Bressi

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