Nell’era del Covid la Calabria presenta il novello 2020 con la produzione di circa 12mila bottiglie. Questo il frutto dell’ultima vendemmia che sancisce – come sottolinea Coldiretti Calabria – il primato mondiale italiano e la vittoria nella sfida delle vigne con la Francia.
“Purtroppo le misure anti-Covid dovute all’emergenza pandemica freneranno i brindisi nelle attività di ristorazione, impediranno feste e sagre per festeggiare il vino nuovo”. Lo rimarca Coldiretti Calabria che aggiunge: “Ciò non impedisce ai semplici consumatori di stappare le bottiglie del novello fra le mura domestiche. Dei bei brindisi casalinghi accompagnati dai frutti dell’autunno come funghi e castagne o da prodotti come formaggi e salumi doc.
Il novello è già sulle tavole dei calabresi
Coldiretti Calabria fa sapere che il permesso di stappare le bottiglie del novello è scattato a livello nazionale già da qualche giorno, proprio nel pieno della seconda ondata pandemica. Si tratta – puntualizza l’associazione dei coltivatori – di una buona anteprima in attesa dei prestigiosi vini calabresi che si stanno affermando sempre di più sul mercato. Nettari fruttati che quest’anno registrano un’altra buona annata in qualità.
Il novello – spiega Coldiretti -è il vino che sancisce da sempre l’avvio delle visite nelle cantine e delle iniziative di promozione del mondo delle vigne e delle bottiglie made in Italy. Purtroppo, a causa della pandemia in corso, quest’anno rischia di essere pesantemente penalizzato dall’emergenza Coronavirus. Infatti, l’ultimo Dpcm vieta manifestazioni, rassegne e incontri di ogni genere, condizionando inevitabilmente l’attività della ristorazione.
Il novello italiano anticipa quello francese
Il “déblocage” tricolore – sottolinea la Coldiretti – arriva in anticipo di tre settimane rispetto al concorrente Beaujolais nouveau francese che si potrà invece assaggiare solo a partire dal 19 novembre prossimo. Leggero e con bouquet aromatico il ‘vino da bere giovane’ deve le sue caratteristiche al metodo di vinificazione.
Una modalità fondata sulla fermentazione carbonica di grappoli integri di uve che vengono poi spremute a distanza di una decina di giorni. Il risultato è un vino delicato che di solito si attesta sugli 11 gradi ma che può raggiungere anche i 12. “La nostra produzione si basa da sempre su uve di qualità Doc e Igt – tiene a evidenziare la Coldiretti – registrando un’espansione che, negli ultimi anni, si è ritagliata una stabile nicchia di consumo”.
Il vino da bere giovane
Questi vitigni che negli anni passati rappresentavano la base del novello vengono oggi spesso utilizzati per produrre vini ugualmente giovani. Ideali per gli aperitivi ma che non presentano problemi di durata.
Il novello, con la tecnica della macerazione carbonica che è più costosa di circa il 20 per cento rispetto a quelle tradizionali, è un vino dallo stile “spremuto e bevuto”. Ha una limitata conservabilità che ne consiglia il consumo nell’arco di 6 mesi.