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“Regina” di Alessandro Grande al 38mo Torino Film Festival

Film Regina Copertina

“Regina” è il primo lungometraggio del regista calabrese Alessandro Grande e vede come protagonisti Francesco Montanari e Ginevra Francesconi. Sarà l’unico film italiano tra i dodici in concorso nella selezione ufficiale al 38mo Torino Film Festival, in programma dal 20 al 28 novembre. “Un film che ha vissuto in pieno le difficoltà del lockdown e che spero possa approdare presto in sala dopo la vetrina di Torino” afferma il regista.

“Regina” al 38mo Torino Film Festival

La rassegna cinematografica promuove e predilige i film d’autore ed in questa edizione annovera il primo lungometraggio diretto dal regista Alessandro Grande. “Regina” è prodotto da Bianca S.R.L. e Rai Cinema, con il contributo del MiBACT, della Regione Calabria e della Fondazione Calabria Film Commission, in associazione con Asmara Films. Sarà presentato in anteprima mondiale al Torino Film Festival il 25 novembre e prossimamente distribuito da Adler Entertainment.

Il regista catanzarese Alessandro Grande

Alessandro Grande, originario di Catanzaro, raggiunge la notorietà nel circuito dei cortometraggi nel 2010 con In my prison“, presentato come unico lavoro breve al Roma Fiction Fest. Nel 2018 ha vinto il premio David di Donatello come Miglior cortometraggio per “Bismillah”. Dopo un lungo percorso nel cinema breve, nel quale ha ottenuto tantissimi premi in tutto il mondo, esordisce con il suo primo lungometraggio. “Regina” rappresenta dunque, una grande occasione di promozione per la Calabria sia a livello nazionale che a livello internazionale.

Regina: un padre, una figlia e un tragico evento

I protagonisti del film sono un padre e una figlia, Luigi e Regina, sconvolta da un evento tragico. Regina, interpretata dalla giovane e promettente Ginevra Francesconi, ha 15 anni e sogna di fare la cantante. La supporta suo padre Luigi, interpretato da Francesco Montanari. La ragazza ha perso la madre anni prima e il padre è tutta la sua famiglia.

Il loro legame è fortissimo, indissolubile, almeno fino a quando, un giorno, un evento imprevedibile cambierà le loro vite. E’ un racconto di formazione in cui i temi affrontati spaziano dal rapporto generazionale alla capacità personale di riuscire a superare il senso di colpa. Ma soprattutto il film racconta della passione e l’amore per l’arte e in particolare, verso la musica. Sono state cinque le settimane di riprese tra le montagne della Sila ed altri magici luoghi, in una Calabria insolita e personale.

Alessandro Grande e la Calabria senza stereotipi

Il regista si è ispirato al saggio “Il complesso di Telemaco” di Massimo Recalcati, nel quale Telemaco attende il ritorno del padre affinché sia ristabilita in casa la Legge della Parola. Un padre maturo e pronto all’ascolto è un bisogno fondamentale per le generazioni dei figli di ogni tempo. Grande racconta dunque che la storia nasce da un suo forte bisogno di affrontare il tema del confronto e dello scontro generazionale attraverso le figure di un padre e una figlia.

Vedremo il viaggio di Regina nel profondo della propria coscienza in parallelo a quello del padre, che punta a trovare una sua maturità in grado di renderlo uomo. Il regista in conferenza stampa: I paesaggi della mia terra sono parte integrante della storia e delle atmosfere del film. Ho voluto raccontare una Calabria diversa, lontana dagli stereotipi che la vedono spesso dipinta come luogo di malaffari e di criminalità.”

“Regina” di Alessandro Grande al 38mo Torino Film Festival ultima modifica: 2020-11-20T07:13:09+01:00 da Giulia Pizzonia

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