Il Palazzo De Nobili, sede del Comune di Catanzaro, e il Castello di Sellia Marina tra storia e leggenda.
La storia della famiglia De Nobili
“La famiglia De Nobili era originaria dell’Aragona, regione della Spagna. Poi si trasferì a Lipari all’inizio del secolo XV, per passare in seguito alla corte del re Alfonso V d’Aragona con vari privilegi e, infine, nel 1485 a Catanzaro. Il ramo che maggiormente ha suscitato il mio interesse è quello che riguarda gli ultimi discendenti che dominarono la scena nella nostra città e che lasciarono testimonianze e in modo particolare Emanuele De Nobili che nacque nel 1766 e divenne barone della Bagliva di Catanzaro. Con questo termine s’intendeva una circoscrizione territoriale e, per certi versi, amministrativa e anche giudiziaria. Emanuele venne nominato Gran Ciambellano del re Gioccahino Murat, cognato di Napoleone Bonaparte. Essendo uno degli uomini più ricchi del regno di Napoli, comprò la Grangia di Sant’Anna, un vasto territorio nella zona di Montauro e dai Barreta Gonzaga il Ducato di Simeri, con il Villaggio di Crichi e di Soveria.
Emanuele sposò Olimpia Schipani e come prima residenza fece costruire con progetto dell’architetto Andreotti il Castello de Nobili, in viale delle Mimose, frazione di Sellia Marina, La Petrizia e dopo nel 1784 volle che la stessa costruzione fosse copiata interamente a Catanzaro, perché affascinato dalla sua bellezza, come sede cittadina. Emanuele ed Olimpia ebbero sette figli tra cui Rachele, la quale avrà una storia d’amore con Saverio Marincola che, per rivalità politiche e gelosie varie, verrà ucciso dai fratelli della ragazza.Se si osserva con attenzione l’immagine della struttura del castello è identica a quella del palazzo De Nobili, divenuto in seguito sede del Comune, dopo la vendita da parte degli ultimi eredi nel 1863, ma con un piano in più che è stato successivamente aggiunto.
Le apparizioni di una giovane
Corrono anche qui strane voci riguardo a delle apparizioni di una giovane donna con capelli lunghi che, secondo la leggenda, potrebbero ricondurre a Rachele De Nobili, anche perché, dopo il trasferimento della famiglia a Catanzaro, il palazzo divenne residenza estiva, quindi continuò ad essere abitato.
Quello che mi urge sottolineare è l’abbandono di questo palazzo storico e mi chiedo come mai la Sovrintendenza non abbia ancora deciso di prendere urgenti provvedimenti per sollecitare un ripristino, anche se credo che appartenga ancora oggi a privati. Per quanto riguarda il nostro Comune, giustificando il fatto che come ente pubblico non poteva mantenere lo stemma, quanto meno non avrebbe dovuto distruggerlo, ma conservarlo in un magazzino come reperto storico”.
Anna Veraldi