Oggi vi proponiamo un racconto tratto dal romanzo del poliedrico Ettore Castagna, “Tredici gol dalla bandierina”, pubblicato da Rubbettino nel 2018, collana Velvet.
Un romanzo autobiografico che narra la Catanzaro degli anni 70 e di quella generazione che si era illusa di poter cambiare il mondo.
Il protagonista del racconto è Vito Librandi, giovane liceale rivoluzionario, alla ricerca di un dialogo irreale con la leggendaria ala sinistra del Catanzaro, Massimo Palanca , l’uomo dei tredici gol dalla bandierina.
“ Dopo una settimana che camminiamo tutte le sere stasera ci siamo fermati. Proprio di fronte alla stazione delle Calabro-lucane c’è una gradinata. E di lato dei muretti, larghi, comodi, bassi. Ci siamo seduti e mi hai abbracciato. Luisa, vuoi un bacio. Io lo sento che vuoi un bacio. È cambiato il flusso, la temperatura e la corrente. Si è invertita la polarità dell’asse terrestre e sopra il nostro Zenith c’è la costellazione dei gemelli che ha deciso il corso della serata. Tu sei dei gemelli e io della Vergine. E allora attacchiamo con l’oroscopo. Con l’ascendente perché vuoi un bacio. Con le case astrali perché vuoi un bacio, con il cielo natale perché vuoi un bacio. Ma io non ho mai baciato nessuna. Ora me ne sono accorto. Mai che ci avevano pensato. Come si fa? Come fanno tutti, cazzone! Non guardi mai la gente pomiciare sulle scale del liceo, che cazzo guardi? Solo i ta-ze- bao del movimento? O se Giuseppe ha comprato l’ibanez nuova?
Non so perché Luisa mi aspetta da mezzora con gli occhi che brillano, la sua guancia sulla mia spalla, lo sguardo sognante, il sorriso sulle labbra e le labbra puntate contro le mie che resistono a distanza di sicurezza tra i sette e i quindici centimetri. Non so perché non si scrolla dall’abbraccio, non dice mi sta venendo il sonno, non si alza, non se ne va. Non lo fa. Deve essere passata mezz’ora quando mi allunga la piccola mano fino alla nuca, infila le dita tra i miei capelli e mi tira giù, mi avvicina senza possibilità di fuga. Io parto di testa. Non capisco più nulla. Ben prima del contatto con la pelle delle sue labbra sento campanelli come di gregge, profumi, mi sento in un alone come certe foto che vedo sempre i poster grandi in vendita nei negozi del Corso. Il primo movimento il suo. Mi bacia in punta di labbra. Dopo non mi ricordo più nulla. Come se avessi preso un muro a centottanta allora. Un trauma cranico bello, dolce, indimenticabile. Il bacio inizia che c’è il sole e finisce che è tramontato da un pezzo. Non capisco nulla, sono ubriaco del tutto, saluto Luisa sussurrando qualcosa ma devo essere ridicolo perché lei ride. Arrivo a casa. In televisione c’è Joan Baez. C’è la cena che mi aspetta sul tavolo della cucina. Ma’, non ho fame, vado a letto, tutto bene. A diciassett’ anni e non mangi? Focu meu! Che io a diciassett’anni mi mangiavo pure le sedie e i tavolini…Vabbò va’, buonanotte.”
Tratto dal Romanzo: Tredici gol dalla bandierina, Ettore Castagna, Rubbettino Editore, Collana Velvet, pagg. 93, 94