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24 giugno, riti e curiosità sul giorno di San Giovanni

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Il 24 giugno, nella data in cui gli antichi Romani festeggiavano la Grande Dea, Fors Fortuna, la chiesa cattolica celebra la nascita di San Giovanni Battista, uno dei pochi santi per cui si ricorda anche la data della morte il 29 agosto.

Con il solstizio d’estate, secondo gli antichi, il Sole sconfigge le tenebre e conferisce proprietà magiche alla natura e alle sue creature. Nella credenza popolare difatti la notte tra il 23 e il 24 giugno è considerata magica, al pari della vigilia di Natale e quella dell’Epifania. Si tramanda che le erbe raccolte prima del sorgere del sole nella mattinata del 24 giugno, siano benedette dalla rugiada di San Giovanni che conferisce particolari proprietà salutari oltre che protettive alla vegetazione.

C’è chi questa mattina, come tradizione vuole, prima dell’alba è andato nei campi a raccogliere “a spicanarda” (la lavanda), “l’erva ‘e San Gianni” (iperico), ‘a marva (malvarosa), la ruta, la menta, “l’ erva janca (artemisia) e “u pileju” (puleggio o mentuccia). Dall’iperico, la cosiddetta erba di San Giovanni si prepara un meticoloso estratto all’olio di oliva utilizzato in particolare come antidolorifico dalle donne che eseguivano le “stricature”.

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Iperico, l’erva ‘e San Gianni


Numerose espressioni della saggezza popolare calabrese esaltano le qualità curative di alcune di queste erbe. Ne sono un esempio: “‘a marva ti sarva” e “‘a ruta, setta mali astuta”.
Tantissimi gli utilizzi, quante le proprietà delle erbe menzionate. Qualcuno le immerge nell’acqua, utilizzandole per rinfrescarsi la pelle e il volto. In questo giorno di tanta magia, dove il sole del solstizio d’estate ha conferito vigore alle piante, gli antichi, per proteggere la casa e la famiglia dalle negatività intrecciavano le erbe raccolte nella notte, confezionando un variopinto e profumato mazzetto di fiori di campo che legati da un nastrino rosso veniva appeso dietro la porta di casa.


Il 24 giugno si raccoglievano le noci per preparare il nocino e sempre con funzione apotropaica, a protezione della casa si soleva preparare na trizza ‘e capi d’agghju (teste d’aglio intrecciate) da appendere dietro la porta di casa.
In molti paesi calabresi, il giorno di San Giovanni, le persone anziane, attraverso alcune ritualità, riuscivano a fare presagi su possibili matrimoni, anche per far conoscere alle donne incinte il sesso dei nascituri o altre predizioni sul futuro. Era molto comune versare in una ciotola trasparente del chiaro d’uovo, o anche del piombo liquido. Le anziane signore dalle forme che prendevano, riuscivano a interpretarne e a ricavarne risposte.

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a spicanarda

A Borgia, in occasione della festa del patrono, San Giovanni Battista le donne preparano ancora dei pupazzi vestiti di bianco, a rappresentare un nascituro da battezzare, in fasce chiamati “pupatoli”. Sono riempiti di un’erba aromatica detta piljaiu (puleggio) e al posto del volto ci sono garofani e altri fiori. Vengono portati in chiesa per la benedizione il 24 Giugno e per tradizione vengono poi dati alle fiamme il giorno di santa Elisabetta il 4 luglio.

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Pupatulu – Ph Andrea Bressi


Cumpàri o cummàri ‘e mazzéttu

Sempre nel giorno di San Giovanni, un tempo, due amici che avevano sentimenti affini instauravano tra di loro u Sangiuànni: un legame che apparenta le persone nel nome appunto di San Giovanni.
Il rito era molto semplice e gentile: ci si scambiava un mazzetto di fiori con l’eventuale aggiunta di qualche dono. Chi accettava la proposta contraccambiava la visita e il mazzetto di fiori dopo pochi giorni, e precisamente il 29 giugno, festa di San Pietro e Paolo. Si diventava, così, cumpàri o cummàri ‘e mazzéttu.

Se, in quel giorno, non si disponeva di altri fiori per comporre u mazzéttu, si ricorreva a rametti della profumatissima spicanarda (lavanda), posti in un vassoio e contornati da confetti sistemati a forma di cuore. Fra le donne, in quel giorno, u Sangiuànni poteva avvenire anche in altri modi. Se, ad esempio, esse andavano a fare il bucato presso una delle tante sorgive o nelle umbràre della Fiumarella, e le lenzuola di una, messe ad asciugare e mosse dal vento, si urtavano o si avvolgevano con quelle di un’altra, il comparatico o, in questo caso, il commaraggio, era bello ed avvenuto per una volontà superiore, come per destino che le aveva fatte incontrare.

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cummàri ‘e mazzéttu

24 giugno, riti e curiosità sul giorno di San Giovanni ultima modifica: 2020-06-24T01:41:23+02:00 da Andrea Bressi

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