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ARTE PERSONAGGI

Max Marra e l’inquieta bellezza della materia in mostra al Marca

Mostra Marra

Al Marca di Catanzaro la prestigiosa  retrospettiva dell’artista Max Marra dal titolo “Max Marra. L’inquieta bellezza della materia”. L’esposizione è promossa dall’Amministrazione provinciale di Catanzaro e dalla Fondazione Rocco Guglielmo. A curare la mostra Teodolinda Coltellaro che attraversa analiticamente il lavoro dell’artista permettendo di ricostruirne la sostanzialità linguistica nella raffinata dimensione espositiva museale.

Presentazione Mostra
La presentazione della mostra al Marca di Catanzaro

L’esposizione si avvale dal progetto espositivo dell’architetto Giovanni Ronzoni ed è impreziosita da una sezione fotografica composta da scatti di amici artisti che hanno ritratto Marra. Una corposa bibliografia di esposizioni e accrediti in prestigiose location in Italia e all’estero, da Tokyo a Guangzou, da Bruxelles a Sofia in Bulgaria.

L’inquieta bellezza della materia

 La mostra che resterà aperta al pubblico fino al 7 settembre prossimo, presenta ben 115 opere, tra cui 41 provenienti da collezioni pubbliche e private. Tra queste opere due assemblaggi polimaterici, una installazione e 38 “Timbriche” impaginate come opera unica. Le opere delineano lo straordinario viaggio creativo compiuto dall’artista Max Marra dagli anni Ottanta fino a oggi. Un percorso che riprende le diverse fasi evolutive della sua ricerca in una narrazione antologica che ne scandisce la storia espressiva. La selezione espositiva realizzata dalla curatrice sintetizza con esemplare efficacia il percorso evolutivo dell’artista. L’obiettivo è evidenziare un filo conduttore sostenuto negli anni da una riflessione legata alla condizione dell’uomo.

Esposizione Marca

Infatti, le sue opere si offrono spesso come cruda metafora del vivere sociale attraverso cui interrogarsi sul senso più profondo dell’esistenza. L’itinerario espositivo, di forte impatto visivo ed emozionale, individua i punti di svolta nella carriera dell’artista. Dalle sperimentazioni polimateriche alle recenti mappe metafisiche “Timbriche”, passando per la fondamentale esperienza degli anni Ottanta che vede Marra tra i fondatori del collettivo interdisciplinare milanese Osaon insieme al poeta amodale Luigi Bianco e ad altri artisti. Tutti coinvolti in percorsi di ricerca e sperimentazione in una totalità poetica di  azioni creative, aperte a tutti gli sconfinamenti linguistici.

La materia inquieta

 “Fin dall’inizio è la materia la dimensione elettiva dell’indagine di Marra; è la materia la densa stratificazione originaria in cui ritrovare il nucleo essenziale dell’esistere, in cui l’essere stesso delle cose si costituisce e a cui il suo stesso fare creativo riconduce incessantemente; è la materia l’estensione in cui si dispiega il suo procedere esplorativo, di cui coglie le suggestioni evocative, le infinite possibilità formali, sempre inedite e feconde, quelle stesse che la natura organica dei materiali suggerisce”. Materiali che Marra trasforma in corpo fisico dolente, cartilagini stremate dalle tensioni, gonfie di suppurazione, in superfici suturate. Tutto in attesa di una trasfigurazione che nelle opere più recenti vira verso una spiritualità sempre più essenziale. Si riduce così la pur limitata gamma di colori del passato a cromatismi rarefatti.

Materia Mostra

“E’ una materia inquieta, tormentata – afferma Coltellaro – che assomma in sé l’angoscia, la tragicità del vivere, le ansie, le sofferte decisioni della vita morale. L’artista ne cuce le lacerazioni, invocando la cicatrizzazione della pelle sofferta, squarciata da violente ferite, percorrendo il corpo dell’opera con un colore gravido di sofferenza. Ma, nella disposizione di materiali diversi e nella interazione tra essi, nel rispondere ad una struttura generativa ricca di connessioni e rimandi, si realizza un’incredibile armonia. Un equilibrio formale che genera bellezza, che genera tensione, spinta verso una classicità senza tempo”.

Marra artista poco classificabile

“Le sue opere obbediscono ad una sostanziale simmetria, ad un ritmo organizzativo delle forme e dei colori. Ad un principio distributivo dello spazio in cui ogni elemento acquista valore in relazione ad un insieme. Ciò, in risposta ad una sottesa esigenza rappresentativa che tende a far rinascere ai processi dell’arte i residui oggettuali, le innumerevoli materie possibili di reificazione estetica”. D’altronde, è anche vero che l’opera di Marra- come scrive Giorgio Bonomi nel suo testo critico- “ è poco classificabile in qualche schedatura definita se non in quella di un’arte che è in continua ricerca e in incessante elaborazione senza, peraltro, cedere mai all’eclettismo o alla provvisorietà, dato che è proprio la ossessiva attenzione alla materia e ai materiali la costante, il filo rosso, che lega tutto il suo quarantennale iter artistico”.

Max Marra
Max Marra

La mostra di Catanzaro ben traduce la direzione del suo operare, intriso di rimandi, di passaggi da occidente ad oriente dalla materia all’essenza della spiritualità”. Dall’ansiosa fisicità, dalla pelle sofferta delle opere in cui vibra comunque la speranza della luce, alla vitalità, alla forza espressiva dei suoi bianchi. E’ un graduale cammino  di sublimazione e di ascesi che, dagli abissi della sofferenza umana, prelude  all’orizzonte  luminoso del cielo.

Il legame con la terra calabra

Max Marra  è nativo di Paola, città di San Francesco, cui egli ha dedicato la  serie di opere “Francesco è solo” e alla terra di “Francesco”, come egli con tenera intimità lo chiama, è rimasto comunque  profondamente legato. E, ovunque i suoi percorsi della materia creativa lo abbiano condotto, egli non ha mai smarrito quel sotterraneo filo che riconduce incessantemente il suo fare alla terra che gli ha dato le origini e che ne accoglie anche questo fertile ritorno che ha  sapore di casa.

(Credits: Luigi Angiolicchio photographer)

Max Marra e l’inquieta bellezza della materia in mostra al Marca ultima modifica: 2021-07-07T07:03:56+02:00 da Redazione

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